Brindiamo alla ripartenza, Salute!… In tutti i sensi

Una delle grandi eccellenze italiane di cui vogliamo occuparci oggi è l’industria vinicola. Come molti settori, anche questo sta subendo gli effetti del lockdown. Interessante capire come i produttori si stanno attivando per reagire alla situazione e quali possono essere i piani di recupero. Abbiamo fatto una chiacchierata con la sommelier Emanuela Pagani che, da esperta del settore, ha illustrato la situazione e dato alcuni punti di vista.

Emanuela, secondo te quali problemi stanno riscontrando i viticoltori e i produttori di vino in questo periodo? Come si sono organizzati per far fronte al problema?

In questo momento di difficoltà generale i produttori di vino sono ovviamente in grande affanno in quanto le vendite, specialmente quelle verso l‘estero, hanno subito un notevole calo. Teniamo conto che il sistema di vendita italiano è molto orientato verso l’export, che arriva a coprire per alcune aziende il 90% del totale della produzione. Per quanto riguarda invece il mercato italiano bisogna fare una precisazione: in realtà alcune tipologie di vino, specialmente quelle provenienti da piccoli e medi produttori hanno invece registrato un aumento nelle vendite, in controtendenza quindi rispetto all’andamento generale.

Al di là del lockdown che ha di fatto frenato pesantemente tutte le attività di vendita del vino, la produzione 2020 potrà essere comunque un’annata buona?

L’annata 2020 promette molto bene, i produttori non hanno mai smesso di lavorare nelle vigne, alcuni impiantando anche nuovi vigneti e investendo, nonostante le notevoli criticità rappresentate dalle esigenze di tutela dei lavoratori coinvolti. Come detto prima, sebbene il mercato abbia subito una notevole flessione, il commercio del vino online ha invece avuto un notevole incremento, e questo è dovuto a vari fattori: probabilmente lo shopping digitale di vino ha ricalcato l’impennata di acquisti della GDO, dando la possibilità di poter avere molti vini in tutta sicurezza e comodità a casa propria. In questo caso, il lockdown ha permesso al consumatore, avendo più tempo e curiosità, di “buttarsi” e provare nuovi vini, acquistando prodotti che magari prima per svariati motivi non avrebbe scelto.

Secondo una ricerca IRI, il 2020 è iniziato molto bene, e fino alla crisi del COVID19 ha registrato una crescita a del 7,9% rispetto 2019. Il mercato trainante è quello dei vini Doc e Docg assieme a quello di Igp e Igt e nonostante il momento particolare, le festività pasquali hanno comunque fatto registrare un aumento temporaneo delle vendite del 10%. Da notare anche la crescita del vino Bio che nel primo trimestre 2020 ha registrato un incremento del 19%.

Come hai riorganizzato il tuo lavoro?

Il mio lavoro in realtà non si è mai realmente fermato del tutto, ho continuato a degustare nuovi vini e a tenere i rapporti con produttori e clienti. Stiamo cercando di preparare insieme, per quanto possibile, un piano d’azione, in modo da affrontare in modo ottimale la ripartenza. Del resto svolgo questo lavoro soprattutto per la grande passione che mi ha spinto verso il fantastico nettare e non potrebbe essere diversamente per me.

Dicci qualche curiosità sul vino.

Molti non immaginano che dietro una bottiglia di vino vi sia la storia di una intera famiglia, di generazione in generazione e mi piace poter raccontare questa storia…

La storia di un terreno, di sole e pioggia, di neve e nebbia… E di un vino: il Nebbiolo. Il suo nome deriva appunto dalla nebbiolina che avvolge le colline in autunno e d’inverno, e proprio queste condizioni climatiche conferiscono al vitigno quello spessore, quella forza e quella particolarità che lo rendono unico. Il vignaiolo che con passione trasforma meravigliosi grappoli colti dalla vite, li lavora con sapienza e con l’ausilio del tempo, riuscendo ad ottenere così un prezioso nettare.

E a proposito di vitigni, esistono ben 355 varietà di vitigni autoctoni italiani, ognuno con le proprie caratteristiche di colore e gusto! Il Sangiovese è il più diffuso in Italia, e riguardo ai vini rossi, più sono vecchi più il loro colore sbiadisce.

E poi cosa posso raccontarvi? Parlando di export, la Cina è il paese che beve più vino rosso, colore considerato ben augurante. E proprio con un buon rosso voglio brindare a una ripartenza che faccia dimenticare questa bruttissima avventura….Salute!!!

 

 

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