22 settembre: giornata mondiale senza auto

Anche quest’anno molte città italiane aderiranno all’iniziativa “strade libere”.

Come ogni anno, il 22 settembre si celebra la giornata mondiale senza auto. Questa ricorrenza non vuole demonizzare l’universo dell’automobile ma sottolineare l’importanza di riappropriarsi di gran parte degli spazi, ora occupati appunto dalle auto, e guardare verso un futuro metropolitano più a misura d’uomo. Non è nemmeno una celebrazione dedicata esclusivamente alla bici come sistema di trasporto alternativo, ma una manifestazione che ha molti spunti validi per ridisegnare il futuro metropolitano che va ben oltre i possibili divieti e restrizioni di circolazione.

Nuovi concetti di mobilità nelle città

Non è possibile pensare a una città senza vetture se prima non si predispongono piani alternativi validi e adeguati e questo non si può restringere solamente alle bici e al trasporto pubblico. L’evento del 22 settembre sensibilizza il cambio di approccio del singolo individuo verso le tradizionali idee per spostarsi. Non è più il momento di “giustificare” l’uso della propria vettura perché tanto i bus inquinano di più delle vetture o i mezzi su rotaia hanno comunque un forte impatto sull’ambiente causato dalla produzione di energia elettrica. Molte città nel nord Europa, come Copenaghen, hanno vietato tassativamente l’ingresso a qualsiasi vettura privata nel proprio territorio, ridisegnando e adattando la viabilità interna per i mezzi ecologici, in questo caso favorendo le due ruote, è da considerare però che la grandezza di queste città è modesta rispetto ad altre metropoli e quindi molto più facile da gestire.

Le auto inquinanti vanno gestite meglio

Le auto inquinanti, ossia tutte quelle con motore termico, vanno limitate intelligentemente in termini di traffico. I rilevamenti sulle polveri sottili di questi ultimi anni, non danno ragione a provvedimenti come tassa di ingresso o parcheggi a pagamento estesi, probabilmente non è ancora la soluzione migliore. Non è nemmeno logico eliminare fisicamente le auto poiché tutt’oggi rappresentano ancora la stragrande maggioranza della mobilità individuale, ma piuttosto sarebbe necessario gestire il traffico in modo da incentivare nuovi sistemi di spostamento. Un’altra opzione auspicabile potrebbe essere rappresentata dall’implementazione di alcuni sistemi di spostamento, peraltro già esistenti, favorendo la trazione elettrica e i mezzi ecologici di ultima generazione. Con offerte economiche più vantaggiose l’individuo sarebbe maggiormente invogliato a spostarsi senza la propria vettura in quanto le nuove offerte di mobilità risultano più vantaggiose rispetto all’utilizzo della propria vettura. Trovando il giusto equilibrio gli spostamenti diventerebbero più agevoli e veloci, poiché è proprio questa la necessità principale di una persona.

L’auto simbolo di libertà ed indipendenza: cambia il concetto di trasporto

Se per tutto il XX secolo l’automobile è stata il simbolo di indipendenza e di libertà, oggi il significato è cambiato. Le grandi case automobilistiche stanno già investendo nel futuro del trasporto non più come vendita di un bene ma come un servizio. Fra non molti anni ci sarà un significativo calo del numero di individui proprietari di un veicolo i quali usufruiranno dei nuovi servizi di mobilità che verranno proposti. Devono quindi cambiare le abitudini e i fenomeni di costume: l’auto è e sarà sempre utilissima, rimarrà il mezzo di trasporto individuale per eccellenza ma sarà necessario considerarla in prevalenza per gli spostamenti a medio e lungo raggio al di fuori delle metropoli. Non è più possibile concepire città con spazi invasi da parcheggi infiniti, traffico oltre i limiti, tanto tempo perso e pessima qualità dell’aria. Occorre puntare su sistemi alternativi senza peraltro sacrificare la praticità.

Come può cambiare il nostro approccio?

Facciamo un esempio: quando si fa la spesa in città grandi come Milano si tende a utilizzare la vettura per poter portare a casa gli acquisti sovente voluminosi e scomodi da portare sui mezzi pubblici. Supponiamo invece di fare shopping servendoci della bicicletta e che invece sia potenziato dai commercianti il servizio di consegna presso il proprio domicilio. Ecco che, sviluppando questo concetto, si genera un valore aggiunto poiché il cliente beneficia di un servizio aggiuntivo e inoltre risparmia: a questo punto la vettura serve ancora? Zero preoccupazioni e massimo relax. Con un approccio di questo tipo si potrebbero ipotizzare 10 vetture circolanti in meno a fronte di un solo furgone per le consegne: meno auto, meno emissioni, meno traffico, più spazio, superando così anche le lamentele dei commercianti che subiscono dei cali delle vendite ogni volta che viene bloccato il traffico per superamento della soglia di PM10. Deve cambiare l’approccio e la visione sull’utilizzo del proprio mezzo: se l’uso o meno della vettura incide ancora oggi sull’aumento o diminuzione delle vendite, il concetto di arrivare alla boutique per fare shopping a piedi o con mezzi alternativi deve diventare trendy.

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