Negozi di vicinato, un ritorno alle vecchie abitudini?

 

A seguito di ciò che stiamo vivendo si potrebbe ipotizzare una serie di nuove filiere a km zero, che in un futuro prossimo farebbero riscoprire gli alimenti di qualità e non la quantità.

Nell’ultimo mese il settore della GDO ha registrato un incremento del 30% rispetto allo scorso anno, una cifra notevole che però sappiamo bene a cosa è dovuta. Con questo boom di richieste, è logico che la grande distribuzione non sia riuscita a gestire l’enorme flusso di acquisti attraverso le relative piattaforme che hanno registrato punte di utilizzo di oltre il 97% (fonte rapporto Ismea 2020). Questa situazione sta trasformando le nostre abitudini e sta cambiando la nostra percezione per quanto riguarda la vita di tutti i giorni. Abbiamo assistito infatti ad una crescita dell’acquisto di generi alimentari presso i negozi del vicinato, a causa della saturazione dei canali della GDO. Anche il settore della piccola distribuzione sta subendo una metamorfosi. Molti negozianti e artigiani hanno intrapreso un cammino a ritroso nel tempo riproponendo vecchie tradizioni che si sono perse nel corso degli ultimi trent’anni. Ne avevamo parlato lo scorso novembre riguardo ai mutamenti del concetto delle piccole imprese artigianali; mutamenti che ora avvengono anche per i piccoli esercizi alimentari che hanno già raggiunto un buon livello di digitalizzazione. Anche se è ancora presto per parlare di dati e percentuali, possiamo notare come molti store alimentari non si siano fatti cogliere impreparati: oggi la consegna a domicilio e pagamento digitale non è più un problema e spesso le tempistiche di delivery sono inferiori rispetto alla GDO.

Cosa potremmo aspettarci domani

E se questa esperienza facesse tornare alle abitudini ante globalizzazione? Anche nelle grandi città, stiamo riscoprendo tante abitudini che si sono perse da decenni e che ora forse stiamo apprezzando nuovamente. Capire davvero cosa è essenziale e cosa superfluo potrebbe essere alla base del nostro pensiero per il futuro: una nuova visione per riorganizzare tutta la filiera alimentare, stavolta privilegiando il più possibile quella a km zero favorendo i costi e la sostenibilità. Tutto ciò rappresenterebbe il primo mattone su cui costruire le regole del nuovo commercio. Su queste basi anche la GDO dovrebbe rivedere i propri meccanismi di distribuzione e reimpostare le offerte di tutti i beni di largo consumo alimentare. Le prime risposte stanno già arrivando: un grande Brand della GDO ha compreso quello che potrà essere il domani, promuovendo già da ora kit spesa pronti e contenenti l’essenziale: l’offerta di un cestino di prodotti basici e a bassa marginalità. I meccanismi di produzione massiva potrebbero non essere più il cardine che ha sempre stabilito i prezzi (più bassi), facendoci ritornare a una sorta di less is more che vedrebbe il prevalere di beni di alta qualità e non più alta quantità. Logicamente quando terminerà l’esperienza che stiamo vivendo l’e-commerce subirà ulteriori sviluppi, stavolta anche da parte dei piccoli distributori, dove il sistema di consegna dovrà rappresentare la differenza. Gli store fisici si dovranno adeguare in funzione del social distancing e probabilmente anche la rosa dei produttori alla base della filiera sarà molto più ampia e con un’offerta differenziata e flessibile. In questo contesto, i negozi del vicinato diventerebbero l’alternativa reale: tornando a localizzare, in direzione nettamente opposta ai trend così “cari” prima del confinamento.

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